“TU”, IL TITOLO GIUSTO PER UN LIBRO?

Tu, mio- Erri de Luca

L’influenza di questi giorni, ahimè, mi ha costretto a una pausa e, cosa invece meno negativa, a concedermi qualche lettura in più. Così mi sono imbattuta su un articolo di Valeria Parrella apparso nel quotidiano La Repubblica, con un titolo che ha subito richiamato la mia attenzione: Perchè i romanzi ci danno del tu?

La giornalista ci fa notare che c’è una lunga lista di romanzi, tra i più venduti in Italia in questi mesi, che adottano proprio nel titolo il pronome personale “tu”, o comunque:

Tecnicamente alcuni di questi titoli non contengono verbi coniugati in seconda persona, ma allora hanno un pronome di seconda, oppure sono sintagmi nominali in cui ce n’ è uno in aggettivo

Esistono anche altri titoli recenti e famosi: Non ti muovere di M.Mazzantini, Ti prendo e ti porto via di Ammaniti, Fai dei bei sogni di Gremellini, Tu, mio di Erri de Luca.

Non ti muovere -M.Mazzantini

L’uso del “tu” nel titolo funziona come una chiamata ed è più di una tecnica commerciale. Cattura il lettore e lo costringe a una scelta a cui non può sfuggire:

Tu è chiunque passi in libreria e venga intercettato da una copertina che lo chiama, e lo chiama con una forma che ha una doppia connotazione: è il tu di I want you, chiamata diretta, perentoria, alla quale bisogna decidere di sfuggire ma è un automatismo aderire; ed è la forma confidenziale affettiva per eccellenza: si dà del “tu” a chi si elegge vicino a sé.

Nel leggere questo articolo ho pensato a come sia importante la scelta del titolo da parte di uno scrittore e come tale titolo possa poi diventare determinante nella scelta di un libro in libreria. Io sono sempre stata attratta dai titoli e ammetto di aver scelto,a volte, una lettura piuttosto di un ‘altra proprio per le suggestioni o l’originalità di un titolo. Non sempre però poi si rimane altrettanto ripagati dopo la lettura. Comunque, il “tu” suona già come un coinvolgimento a priori e quasi un invito perentorio a condividere una storia.

 

Mi sono chiesta come questa scelta possa avere un impatto diverso in altre lingue. Nelle lingue neolatine come l’italiano e lo spagnolo esistono due forme distinte per il pronome personale soggetto singolare (italiano: tu/ spagnolo: tú) e per la seconda persona plurale  (Italiano: Voi/ spagnolo: Vosotros), invece in inglese esiste una singola forma per entrambe le persone. Quindi sicuramente esiste una sensibilità diversa nell’uso dei pronomi nelle varie lingue.

Qualche curiosità al riguardo su altre lingue che conoscete?

Avete mai scelto un libro solo per il suo titolo?