The springs of affection, Il principio dell’amore – Maeve Brennan

Davvero una piacevole scoperta, The Springs of Affection (trad. italiana Il Principio dell’amore, BUR) della scrittrice  e giornalista irlandese Maeve Brennan (1917-1993). Donna bellissima, elegante e inquieta.  Suo padre, Robert Brennan divenne nel 1934 il primo rappresentante della repubblica d’Irlanda a Washington e portò con sè tutta la famiglia, quando Maeve aveva diciassette anni. Maeve lavorò al New Yorker per il quale scrisse di moda, libri nella rubrica The talk of the town. Era suo collega ed editor William Maxwell che  ha scritto la prefazione all’edizione di  Il principio dell’amore, in cui riporta aneddoti interessanti sulla personalità della scrittrice irlandese. Racconta, per esempio, che  Maeve Brennan amava Yeats e un giorno riportò a matita sul muro dell’ufficio  una citazione di Yeats:

Soltanto ciò che non insegna, ciò che non chiede a gran voce, ciò che non convince, ciò che non accondiscende, ciò che non spiega è irresistibile.

Maeve Brennan rimase negli Stati Uniti quando la sua famiglia fece ritorno in Irlanda, tuttavia i suoi racconti, – come il racconto che dà il titolo alla raccolta,  Il Principio dell’amore – sono ambientati in Irlanda.

Il racconto Il Principio dell’amore è la storia della coppia Delia e Martin,  raccontata dalla sorella gemella di Martin, Min,  con un continuo entrare ed uscire dai suoi pensieri. Min odiava Delia perchè “la parte migliore delle loro vite era finita il giorno in cui lui aveva incontrato Delia”  . Min si è occupata della casa dopo la morte del fratello e vi ha traslocato tutti i libri e i mobili. Min è ormai una donna anziana, dominata da un falso orgoglio e da un’ironia pungente.

Altrettanto belli sono gli altri racconti raccolti nella stessa edizione sotto il titolo il principio dell’amore:   prosa piana precisa, l’abilità di suggerire, invece di dire. Sono storie di delicati equilibri familiari, amori coniugali appassiti e incapaci di trovare un rinnovamento,  emozioni trattenute. Sono studi di un matrimonio, del suo fallimento, dell’ incomunicabilità nella coppia. Molti racconti sono storie di mariti e mogli prigionieri di matrimoni senza amore, coppie che spartiscono solitudine sottaciuta, incapaci di parlarsi e di capirsi, vittime di famiglie ancorate alla norma sociale,  personaggi complessi e tormentati, incapaci di sfuggire alle convenzioni sociali.

I racconti seguono in particolare due coppie: Rose e Hubert Derdon e Delia e Martin Bagot.

Ecco Rose e Hubert Derdon in “Una ragazza rischia di rovinarsi il futuro”, Il principio dell’amore (titolo originale:  A young girl can spoil her chances)

Non era mai riuscito a capirla: la sua segretezza, la sua furtività, il suo modo di interrompere ciò che stava facendo e correre a fare qualcos’altro nell’istante in cui lui entrava nella stanza, come se fosse impegnata in qualcosa di proibito. Aveva paura di lui e non aveva mai fatto alcun tentativo di controllare quella paura, senza dare ascolto a ciò che lui le diceva. Lui le ripeteva che avrebbe dovuto cercare di prendere le cose più alla leggera, affrontare la vita con meno serietà – cose così, che avrebbero dovuto rassicurarla. Ma lei lo temeva e la difficoltà stava tutta lì, ed era quello a sconfiggerlo a ogni ripresa, ed era quello il motivo per cui lui, gradualmente o alla fine – non si era reso conto di come fosse accaduto –, aveva rinunciato a ogni tentativo di stabilire con lei un qualsiasi tipo di rapporto.’

L’altra coppia, Delia e Martin  Begot è seguita fino alla fine, con l’ultimo racconto, ricostruzione del loro amore da parte della sorella di Marrtin in Il principio dell’amore. Amaro e intenso è il racconto The Twelfth Wedding Anniversary,in cui la casa dei Begot è una prigione in cui marito e moglie  vivono sotto lo stesso tetto eppure sono drammaticamente lontani: uomini che deplorano e detestano le proprie consorti ma provano anche pietà per loro, e donne remissive, chiuse in se stesse:

” In casa la situazione era innaturale, nessuno teneva realmente in considerazione gli altri. Quando Martin era in casa, lei diventava molto nervosa con le bambine, e quand’erano tutti insieme, non riusciva a impedirsi di tenerle d’occhio, come se Martin fosse lì soltanto per giudicarle. Era sempre tesa, pronta a difenderle da lui, pronta a prendersi la colpa di ciò che facevano, e pronta a rimproverarle bruscamente se accennavano a fare qualcosa che avrebbe potuto irritarlo.
Erano tutte molto più felici quando lui non c’era, e non era giusto. Avrebbe tanto voluto capire come comportarsi. Continuava a ricordare Martin com’era, bonaccione e sempre pronto a scherzare. A volte era ancora così, ma più spesso sembrava che cercasse di controllarsi, come se vederle tutte insieme e trovarsi rinchiuso con loro gli fosse insopportabile. E il fine settimana andava a passeggio da solo, lunghe passeggiate che lo tenevano lontano per ore. In casa c’era molta tensione. Lei era costantemente in ansia, come se potesse accadere qualcosa di terribile, o come se avesse fatto qualcosa di terribile e rischiasse di essere scoperta.”