LE METAFORE, SPIEGATE DA NERUDA-SKÁRMETA

“Che cosa sono le metafore?” mi ha chiesto oggi mio figlio. E’ la stessa domanda che Mario, nel  libro “Il postino di Neruda” (El cartero de Neruda) di  Antonio Skármeta, fa al poeta Pablo Neruda.  Mi sono allora venute in mente le parole che Skármeta attribuisce al poeta cileno Pablo Neruda, intento a spigare al postino Mario i segreti delle metafore: le metafore sono, più o meno precisamente, dei modi di dire una cosa paragonandola ad un’altra;  per esempio, quando diciamo che “il cielo sta piangendo” stiamo già facendo una metafora, in realtà,  intendiamo dire che piove:

– ¡ Metáforas, hombre!

–  ¿Qué son esas cosas?

El poeta puso una mano sobre el hombro del muchacho.

– Para aclarártelo más  o menos imprecisamente, son modos de decir una cosa comparándola con otra.

– Deme un ejemplo.

Neruda miró  su reloj y suspiró .

-Bueno, cuando tú dices que el cielo está llorando.  ¿Qué es lo que quieres decir?

– ¡Qué fácil! Que está lloviendo.

– Bueno, eso es una metáfora.

(“El Cartero de Neruda , A.Skármeta, Ed.Ave Fénix)

Forse ricorderete la versione cinematorgrafica tratta da questo libro, “Il Postino” (1994) con la regia di Michael Radford e una toccante interpretazione di Massimo Troisi.  Ci sono delle differenze tra il film e il libro,  nell’ambientazione e nel finale, ma comunque, rimane la grande poeticità del racconto.

Il libro di Antonio Skármeta narra la storia  di Mario Jiménez, giovane pescatore cileno, perdutamente innamorato della bellissima e sensuale Beatriz González, un bel giorno decide di abbandonare il proprio lavoro e di diventare il postino di Isla Negra, dove però, l’unica persona che riceve e invia corrispondenza è il grande poeta cileno in persona, il  futuro Premio Nobel per la Letteratura Pablo Neruda. Tra loro nasce, giorno dopo giorno, un fortissimo legame d’amicizia umana e di complicità poetica, sullo sfondo di un Cile che si sta avvicinando al suo tragico e drammatico destino.

C’è un aneddoto interessante che lo stesso Skármeta ha raccontato riguardo al suo primo incontro con Neruda. Skármeta era ancora un giovane scrittore e portò una copia del suo primo libro a Neruda per avere un suo giudizio. Neruda gli disse che gli avrebbe detto qualcosa dopo due mesi, ma il giovane scrittore tornò già dopo due settimane. Neruda riconobbe che il libro era “bueno”, ma aggiunse anche che questo non voleva dire nulla, bisognava attendere il secondo libro, poichè tutti i primi libri degli scrittori cileni sono belli:

-Pero eso no quiere decir nada, porque todos los primeros libros de escritores chilenos son buenos. Esperemos el segundo.

Antonio Skármeta

Qualche notizia in più su Skármeta: è nato nel 1940 ad Antofagasta, da una famiglia di origine dalmata. Ha studiato lettere e filosofia nel Cile degli anni sessanta laureandosi, poi, alla Columbia University di New York con una tesi sull’opera dello scrittore argentino,Julio Cortázar. Lasciato il Cile nel 1973, in seguito al colpo di stato contro il governo Allende, Skármeta ha vissuto per un anno in Argentina e si è trasferito successivamente a Berlino, dove ha insegnato sceneggiatura all’Accademia di Cinema e Televisione. Nel 1975 pubblica il primo libro dall’esilio, Soñé que la neve ardia, e cinque anni dopo il romanzo breve No pasó nada dove emerge la drammatica esperienza dell’esilio. Finita la dittatura, nel 1989 Skármeta torna a Santiago. Resta però profondamente legato alla Germania, dove ha fatto ritorno dal 2000 al 2003 nelle vesti di Ambasciatore cileno. Considerato uno dei più grandi scrittori di lingua spagnola, Skármeta ha ricevuto premi in tutto il mondo. E’ anche regista, sceneggiatore, attore, traduttore, conduttore di un programma televisivo di successo dedicato ai libri.