LA RIDICOLA IDEA DI NON VEDERTI PIU’, Rosa Montero

La ridicola idea di non vederti più, di Rosa Montero

La ridicola idea di non vederti più di Rosa Montero, (Ponte alle grazie,  Adriano Salani editore) è un libro molto bello, intenso, emotivamente impegnativo.  Rosa Montero è una scrittrice spagnola, autrice di biografie, libri per l’infanzia, romanzi  e come giornalista scrive in esclusiva per El País dal 1976. Il libro porta un sottotitolo significativo: La storia di Marie Curie e la mia.

Rosa Montero perse nel 2009 il suo amato compagno di vita, Pablo, e in qualche modo avrebbe voluto scrivere di questo per elaborare un dolore così grande, ma è titubante perchè non ha mai raccontato se stessa nei libri. Per motivi lavorativi, però si imbatte con il diario di Marie Curie, ne rimane colpita, sente un richiamo personale verso la storia della scienziata che perse giovane il marito Pierre Curie. Attraverso gli approfondimenti, le letture,  le biografie su Marie Curie, Montero scopre la personalità complessa di questa donna straordinaria. In questo libro particolare il dolore e il ricordo personale dell’autrice si intrecciano quindi con alcune #coincidenze con la vita  di Maire Curie. L’autrice sceglie di identificare le parole chiavi più ricorrenti con hashtag di cui è riportato poi un indice alla fine del volume. Una soluzione insolita che non avevo ancora incontrato in altri testi e che risulta agevole  e rivelatrice nel rintracciare quindi le tematiche più ricorrenti: #coincidenze, #FareCiòChSiDeve, #Parole, #PostoDellaDonna, #DebolezzDegli Uomini, #Leggerezza, …

Nella sezione finale dei Ringraziamenti è resa esplicita l’intenzione iniziale dell’autrice in questo libro:

” (…) ho utilizzato la grande Madame Curie come un paradigma, un archetipo di riferimento grazie al quale poter riflettere sui temi che ultimamente mi ronzano insistentemente nella testa” (p.199)

Ricordi, pensieri, foto, pagine di diario, citazioni e risonanze con la vita di Marie Curie creano il tessuto della narrazione in cui non sfugge anche una riflessione sulla funzione della scrittura nel creare un nesso con la vita. E’ un libro intimo, struggente, di  quelli che ci fanno lasciare sottolineature e annotazioni al margine dell pagina. Ci aiuta a capire come ricordare e come portare avanti la memoria, poiché da un lutto, da una perdita così importanti non ci si riprende, ma casomai ci si reinventa:

“La ripresa non esiste: non è possibile tornare a essere chi eri. Esiste la reinvenzione, e non è brutta cosa. se sei fortunato, può darsi che tu riesca a reinventarti meglio di prima. In fin dei conti, ora ne sai di più.” (p .169)

La scrittura entra in gioco per completare una narrazione che era stata brutalmente interrotta: “la narrazione della loro esistenza insieme”.

“Perciò quando qualcuno muore, come dice la dottoressa Heath, bisogna scrivere il finale. Il finale della nostra vita in comune. Raccontarci ciò che siamo stati l’uno per l’altro, dirci tutte le belle parole necessarie, costruire ponti sulle crepe, liberare il paesaggio dalle erbacce. e bisogna incidere quel racconto conchiuso sulla pietra sepolcrale della nostra memoria.” (p.112)

Tuttavia, nemmeno la letteratura può raggiungere a pieno la zona intima del ricordo, “magari riesce a lanciare un’occhiata lampeggiante al suo interno”.

“il nocciolo dei libri sta negli spigoli delle parole. La parte importante dei buoni romanzi si accalca nelle ellissi, nell’aria che circola fra i personaggi, nelle piccole frasi. Per questo credo di non poter dire nient’altro su Pablo: il suo posto è al centro del silenzio.” (p.187)

Un libro che sa alla fine illuminare il lettore e che sicuramente troverà un posto nel nostro begaglio di  letture da ricordare. Difficile classificarlo in un genere: non è un romanzo, nè un diario, forse e un po’ biografia e un po’ saggio, tuttavia La ridicola idea di non vederti più non parla affatto solo del lutto e del ricordo, anzi, prevale soprattutto, l’amore, la speranza, la bellezza salvifica dell’arte, della letteratura e della creazione artistica in generale.

La ridicola idea di non vederti più è quindi un’opera di profonda sincerità, un’emozionante ricerca di riconciliare il dolore, la perdita con lo scorrere della vita.