LA MADRE DE FRANKENSTEIN, di Almudena Grandes

<em>La madre de Frankenstein</em> di Almudena Grandes (trad, italiana La figlia ideale ed. Guanda)

La madre de Frankestein  è il quinto libro della serie storica ‘Episodi di una guerra interminabile’, una raccolta di romanzi indipendenti tra loro che raccontano la Spagna franchista attraverso le vite di diversi personaggi, dagli anni della guerra civile fino agli anni ’60.  La storia è  ambientata principalmente nel manicomio femminile di Ciempozuelos,  tra il 1954 e il 1956,  ma le vicende di vita dello psichiatra, dottor Velázquez, mettono a confronto un panorama storico più complesso tra  la Germania nazista, la Svizzera libera e la Spagna del regime. Lo psichiatra Germán, la sua ausiliaria Maria e  la paziente Aurora,  sono le tre voci narranti, in prima persona, che si alternano nelle pagine creando una continua oscillazione di punti di vista e modalità narrative. Quella di Aurora è una tragica storia vera: Aurora Rodrìguez Carbaillera nel 1933 aveva ucciso la figlia Hildegart, appena diciottenne; la perizia psichiatrica la diagnosticò come paranoica e per questo fu rinchiusa nel manicomio femminile. Nella vita del manicomio di Ciempozuelos si riflette l’atmosfera soffocante della Spagna franchista così come l’ingerenza della Chiesa e l’ottusità e falsità della morale officiale che copre ogni violenza e abuso. Il romanzo ci porta a scoprire  il mondo nascosto e sconosciuto dei manicomi femminili spagnoli dell’epoca che riproducevano la ferrea gerarchia sociale del paese. Esistevano quindi diversità di trattamento, di pasti e di cure per le pazienti ricche e le pazienti povere, come spiega  la stessa autrice nel trailer di presentazione del libro. (https://www.youtube.com/watch?v=KzlBeqGhDy4&feature=emb_logo) Contro la forza paralizzante della dittatura si scontra anche il tentativo dello psichiatra di provare sulle sue pazienti un farmaco all’epoca rivoluzionario, la clorpromazina.

C’è qualcosa, in fondo, che accomuna le tre voci narranti poiché ognuna, a suo modo, rappresenta il grido inascoltato di un “outsider”. Germán e Maria soprattutto sono uniti dal desiderio di fuggire dal loro passato  e dal coraggio di voler cercare un’altra opportunità di vita sfidando pregiudizi, differenze, ottusità e il giogo della dittatura. 

E’ particolare la scelta del titolo della versione italiana del romanzo,  “La figlia ideale“, poiché sposta il soggetto e l’attenzione del lettore rispetto al titolo originale in spagnolo. In realtà, nel romanzo è Maria, l’ausiliaria a suggerire un accostamento tra la paziente Aurora e il personaggio di Frankenstien  dal momento che, nel suo delirio, la donna, rinchiusa nella sua cella, inizia a costruire pupazzi a cui tenta di dar vita.

“-Frankenstein?-

-Justo. Pues eso parecía doña Aurora, al médico ese.” (p.113 La madre de Frankenstein).

 

La madre de Frankestein  è un romanzo possente,  appassionante  che ci esorta alla memoria e ci invita a ricordare tutte quelle donne spagnole –  e non solo  – che, per colpa della brutalità di una dittatura e di una morale asfissiante, vissero una repressione che umiliò la loro esistenza, i loro corpi e impedì loro la libertà di scelta e la possibilità di essere felici.