LA FIGLIA UNICA, di Guadalupe Nettel

La Figlia unica (titiolo originale: La hija única), della scrittrice messicana Guadalupe Nettel è un romanzo che ci pone di fronte alle scelte e, spesso alle non scelte della vita: dal desiderio o meno naturale di maternità, alla “casualità” di essere figli;  ma è anche una riflessione implicita su un concetto più ampio di “essere madre”.

Può esistere anche per gli esseri umani, come per i piccioni che fanno sosta sul balcone di Laura, io narrante, il parassitismo di cova? Sono anche questi gli interrogativi che attraversano le vite di Laura e dell’amica Alina,  unite da esperienze comuni di gioventù, prima a Parigi e poi in Messico e soprattutto da una ferma convinzione di emancipazione femminile e di un iniziale rifiuto del ruolo/ destino inevitabile di essere madri. Questa sintonia però sembra venir meno quando Alina si innamora di Aurelio e decide di avere un figlio. Ad Alina però toccherà un dura prova perché un’ecografia le rivela che la figlia nascerà con una grave malformazione neurologica e con poche speranze di sopravvivere. Da questa rivelazione, inizia per Alina un percorso doloroso di accettazione, ma anche di coraggio e di stupore per le piccole gioie inattese che proprio quella figlia le riserva. Laura cercherà  di capire ed essere vicino all’amica e la maternità di Alina, in qualche modo, entra nella vita anche di Laura che sente accendersi un affetto nuovo, quasi “materno” verso un bambino difficile di una sua vicina in difficoltà. E’ Laura a narrare le crisi e i dilemmi della coppa di Alina e Aurelio e le estenuanti consultazioni a cui si sottopone l’amica in cerca di risposte sul destino della figlia.  Ed è ancora la voce narrante a condurci a riflettere sulle logiche dell’amore e dell’amicizia, sul rapporto complicato tra madri e figli e sulle diverse forme che la famiglia può assumere.

La Figlia unica è  scritto con delicatezza di stile e le citazioni di Wallace, Alda Merini e Buddha che precedono il romanzo sembrano preannunciarci ciò che ci aspetta:

“If you’ve never wept and want to, have a child” – D.D. Wallace, Incarnation of Burned Children

“Scendono dai nostri fianchi i lombi di tanti figli segreti.” – Alda Merini, Reato di vita

“L’uomo che si ritiene superiore, inferiore o anche uguale a un altro

non capisce la realtà.” Buddha, Il sutra del diamante.

Davvero efficace e riassuntiva poi la recensione de Ana Caballé en El Pais su La Figlia unica:

(…) Nettel, como mujer, abre la maternidad al mundo, la libera del mandato social y la deja volar por espacios solidarios: cuando una madre cae, exhausta, otra acude a recogerla. Maravilloso diálogo entre dos libros que no se conocen.”