SKÁRMETA E I “GIORNI DELL’ARCOBALENO”

Ritorno volentieri a parlare di Antonio Skármeta, autore cileno, di cui già avevo scritto in un post precedente per il suo romanzo “Il postino di Neruda” . Questa volta mi riferisco a un altro suo libro pubblicato nel 2011, I giorni dell’arcobaleno.

All’origine del romanzo c’è un testo teatrale, Il plebiscito, scritta da Skármeta alcuni anni fa, che raccontava il periodo del referendum in Cile, ma che non fu mai messo in scena.

I giorni dell’arcobaleno –Los días del arcoíris – fortunatamente la traduzione italiana è stata fedele al titolo originale – è un libro che ci porta a una realtà non troppo distante nel tempo – il Chile di Pinochet nella fine degli anni’80– un periodo, forse, non così ben conosciuto. Skármeta parte proprio dal 1988,  l’anno in cui Pinochet decide di indire un referendum su se stesso per dare un’immagine di democrazia e legittimità popolare alla sua dittatura. La paura accompagna la vita dei personaggi del romanzo: paura del regime dittatoriale, delle torture, di essere imprigionati e uccisi senza che i propri cari possano avere notizie e diventare così tristemente  “desaparecidos”.

Nel libro si alternano due voci. Da una parte, Nico – in prima persona – un ragazzo del liceo che teme per la sorte del padre, professore di filosfia, incarcerato dal regime.

L’altra voce – in terza persona – è Adrian Bettini un pubblicitario a cui sarà affidato l’incarico di curare la campagna per il “no” al referendum del 1988 e dovrà superare le sue paure per convincere le persone indecise nel progetto di restaurazione della democrazia.

Adrian si inventa una campagna che invece di guardare al passato prova a “vendere” la prospettiva di un mondo migliore, dove ci sia spazio per chiunque e per qualsiasi idea. E lo fa con allegria, e con un arcobaleno.

Nel leggere questo bel libro, è inevitabile andare con il pensiero a un altro scrittore cileno,  Luis Sepulveda,  quando ricostruisce le atrocità del regime e le torture da lui stesso subite prima dell’esilio. Sia  Skármeta che Sepulveda sono autori dell’esilio, prima in Sudamerica e poi in Europa e hanno potuto rientrare in patria solo dopo la fine della dittatura.

A I giorni dell’Arcobaleno difficili  si è ispirato anche un film di Pablo Larraín, “No – I giorni dell’arcobaleno” del 2012.

E’ un romanzo che lascia l’emozione di una storia di speranza e desiderio di libertà  in tempi difficili .