Alla fonte delle parole di Andrea Marcolongo è stato un viaggio nostalgico, un ritorno agli studi liceali, alle “sudate carte” di greco e di latino. Molto interessante e affascinante il cammino di lettura tracciato da Andrea Marcolongo, attraverso l’etimologia di 99 parole scelte dall’autrice. E’ un percorso verso la verità etimologica, proprio come ricorda la scrittrice, poiché l’aggettivo greco “étymos” significa “vero”, “genuino”, “reale”. Conoscere l’etimologia diventa quindi una buona pratica “per conoscere il mondo attraverso le parole che usiamo.” Si scoprono così etimologie sorprendenti soprattutto di coppie di termini che spesso consideriamo come sinonimi: odiare/ detestare, amare/ innamorarsi (p.59) e, altre, invece, che celano un’inattesa radice comune come passione e pazienza (p. 104).
Alcune etimologie sono curiose come la parola “margherita” che “significa perla, o “viaggio” che:
“non significa affatto spostamento da un punto geografico all’altro. (…) ” Deriva dal latino “viaticum”, quindi (…) Il vero senso dell’etimo di “viaggio” è: tutto ciò che serve per viaggiare. (p.121)
Altre ancora rivelano una profonda verità e attualità nella loro radice, come “migrante“:
“discende da una radice indeoropea *mei-/*moi che deteneva l’originario significato di “scambiare”, “mutare”. ..Uno scambio, narra palesemente l’etimo, senza alcuna connotazione geografica.” ( p.32)
“la parola migrare porta quindi con sè un indefinito senso di cambiamento- ma un ben preciso carico di perdita, di abbandono, di dolore.”
Molto bella l’etimologia della parola “fiducia” soprattutto nella sua versione in spagnolo con il lemma “confianza” che deriva dall’unione del prefisso latino cum- e del verbo “fidere”: “fidiamoci insieme, io di te e tu di me.
Alla fonte delle parole è‘ una lettura che ci richiama quindi ad essere più consapevoli delle parole che scegliamo, perché le parole non solo hanno valore, consistenza e richiedono responsabilità, ma sono anche riflesso di noi e racchiudono una storia.